L’intelligenza artificiale che giudica le foto

Pubblicato da C.A.Hung il

Ricordate quando per il pesce d’Aprile la Nikon presentò Nikki, l’intelligenza artificiale che giudicava le foto? In realtà esiste un ambizioso progetto che si chiama Aesthetics, il quale propone di caricare una foto alla quale darà un giudizio prodotto da una rete neurale addestrata con le foto di una base di dati tratta da siti di microstock con relative statistiche di vendita.

Dunque un programma in grado di giudicare veramente la bontà e la qualità delle nostre foto. Questa tecnologia fa discutere molti fotografi, soprattutto perché fa un po’ vacillare il concetto di soggettività della bellezza dell’arte visuale. Infatti se un algoritmo può dire se una foto è bella o meno, allora tale metro di giudizio è ancora soggettivo?

In realtà, da ingegnere informatico, mi sento di tranquillizzare chi si è sentito minacciato. Sebbene la tecnologia stia soppiantando molti degli aspetti che prima un fotografo doveva padroneggiare in modalità manuale/analogica, questi algoritmi si basano sempre e comunque su modelli statistici che usano come input di addestramento (cioè regole per imparare), ciò che altri esseri umani hanno storicamente detto. per capirci, l’algoritmo che giudica le foto non sarà in grado di dire se una foto ha un bel messaggio o è forte concettualmente. Sarà solo in grado di dire se i colori, il contrasto, le linee geometriche sono statisticamente simili alle foto che ha analizzato in passato e per le quali altri esseri umani hanno detto, direttamente o indirettamente, che si trattava di una foto bella o meno.

Il giorno in cui un computer saprà riconoscere o addirittura produrre arte visuale fotografica è, probabilmente, ancora non troppo vicino.