La bellezza del monocromatico
Quando si parla di monocromatico, in molti scattano subito a pensare al bianco e nero. Sicuramente, l’idea di scattare usando solo la scala di grigio è uno dei modi più noti e accessibili per scattare in monocromia, tuttavia non è l’unico e non sempre è necessario mettersi a giocare con lo sviluppo per tirare fuori l’emozione o la storia che si vuole.
In questo articolo, voglio invece raccontare dello scorso Halloween presso Underground Milano Dance Studio, dove Ivan Spinella ha messo in scena uno spettacolo esemplare. Il gioco di monocromia è stato modellato non sul bianco e nero, bensì sul rosso sangue, colore che richiama spesso la paura nel pronfondo della nostra amigdala sin dai tempi dell’uomo primitivo. La monocromia in questo caso viene raggiunta usando luci colorate che sovrastano tutte le altre fonti luminose, creando atmosfere di rifrazione e riflessione sfruttando pareti bianche e, in questo caso, la macchina del fumo, che da anche quell’effetto di atmosfera horror necessario per lo spettacolo.
Il resto avviene grazie a una coreografia di posa ed espressività dei soggetti. In questi casi, il fotografo ha la necessità di entrare nel mood e assumere posizioni di scatto che diano all’osservatore l’idea di immergersi nella scena, trovando quindi angoli che raccontino una storia in cui si sta nascondendo e osservando, cercando un posto in cui scappare ed evitare di essere preso dal soggetto in foto che, come in questa foto con Chiara, lo ha trovato ed è pronta a farne una vittima.
In seguito alla sessione di scatti in posa, lo spettacolo è stato superbo, con luci e contrasti di altissimo livello che hanno raccontato una storia completa, sia in termini tecnici riguardo ai generi musicali portati sulla scena, che dal punto di vista emotivo.
Ivan e i ragazzi sono riusciti come sempre a sorprendermi, mescolando generi anche completamente diversi, cosa che si può rispecchiare anche nelle fotografie da scattare, cercando di portare inquadrature piacevoli, pur mantenendo quell’aura di paura che lo spettacolo vuole trasmettere.
Per chiudere, come dico sempre in questi casi, è bene per il fotografo godersi lo spettacolo, come ho fatto io, pur tenendo a mente che se ci si trova davanti a qualcosa di molto affascinante, si rischia di distrarsi e perdersi lo scatto. Meglio quindi assicurarsi di sentire la musica, e scattare sul tempo, in modo da prendere scene che siano dinamiche e in movimento, ma sufficientemente ferme da essere tecnicamente accettabili, anche perché si scatterà probabilmente senza flash e con alta ISO per poter ridurre il tempo di scatto al minimo. Occhio anche all’apertura del diaframma perché potrebbe succedere che, compensando per la scarsità di luce, si sacrifichi la profondità di campo, lasciando alcuni nello sfondo un po’ troppo sfocati anche quando non lo si vorrebbe.