Viaggi e fotografia: riflessioni personali

Pubblicato da C.A.Hung il

Parlamento di BudapestDi recente sono tornato in una città che ha rappresentato per me una pietra miliare nel percorso di crescita fotografica: Budapest. Essa è, a mio avviso, meravigliosamente carica di storia, cultura, arte, tradizione, buon cibo e belle persone (non tutte… come in tutto il mondo suppongo). Si possono ancora percepire le cicatrici della guerra e la forza di un popolo che ha comunque saputo fare tesoro dell’esperienza per riemergere e vivere al meglio l’eredità di principi e dominatori che hanno lasciato in eredità strutture architettoniche uniche e influenzato il modo di vivere delle persone. Convivono con il progresso evidente in ogni angolo, le piazze e i negozi pieni di turisti, anche le vie povere, la periferia ancora in crescita, mezzi di trasporto fatiscenti e servizi pubblici arretrati. Insomma, si tratta di una città che ha moltissimo da raccontare.

Ponte delle CateneDurante questo viaggio mi sono ritrovato a pensare alla mia prima volta in questa città: ero con il liceo, insieme ai miei compagni di scuola. La gita d’istruzione (o distruzione come lo chiamammo a suo tempo) sarebbe stato un giro culturale sicuramente meno apprezzabile del viverla dopo avere passato i trent’anni. Ricordo di avere preparato con dedizione la piccola compatta analogica color bordeaux che avrebbe immortalato la mia prima volta fuori dall’Italia. Ricordo che scattai le foto con attenzione, cercando di studiare (per quanto fossi preparato a quel tempo) l’inquadratura e di evitare di “buttare” scatti. In fondo era la pellicola a “limitarmi”. Ho ancora davanti agli occhi il momento in cui rischiai di farmi male, durante un’escursione in un agriturismo, per fotografare un cavallo al galoppo, inclinato durante una curva. La cosa che però ricordo di più è la delusione che mi colpì quando aprendo la macchina fotografica mi accorsi che il rullino non si era agganciato bene e che la pellicola non aveva catturato nessuna delle mie foto. Fu un colpo al cuore e fu il momento in cui decisi di acquistare la mia prima macchina digitale, una Fujifilm compatta da 2 megapixel, con la quale ebbi la possibilità di studiare con maggiore dedizione, ripromettendomi che non sarebbe mai più accaduta una cosa simile.

Questo mi ha portato a fare diverse altre riflessioni che riguardano il perché si fanno foto in viaggio e quindi come organizzarsi al meglio, e come viaggiare possa aiutare a diventare migliori fotografi. Con questo articolo voglio quindi condividere alcune cose che credo possano essere utili per ottenere il meglio dalla fotografia quando si viaggia, e viceversa, quali aspetti tenere in considerazione per migliorare la propria fotografia viaggiando:

  • La fotografia è un ottimo modo per godersi il viaggio. Pianificare in anticipo cosa vedere, attraverso gli scatti fatti da altri può aiutare a scegliere dove andare, soprattutto se non si ha il tempo di visitare tutta la città. Le foto di altri fotografi possono inoltre ispirare gli scatti che vorremo tenere come ricordo della nostra vacanza. Ma la cosa fondamentale è ricordarsi che la prima cosa di cui godere è il viaggio
  • Per fare belle foto l’attrezzatura può aiutare, ma portarsi dietro un arsenale può risultare faticoso, soprattutto se si fanno lunghe passeggiate. Portare quindi il minimo indispensabile è fondamentale per godersi la vacanza senza stress da fotografia compulsiva. Un obiettivo che copra una buona lunghezza focale (dall’entry level 18-200 al più professionale 24-70) aiuta sicuramente a non dover cambiare obiettivi durante le nostre passeggiate. Comunque direi che non si devono avere mai più di due obiettivi se non si vuole rischiare un forte mal di schiena o mal di testa a fine giornata. Meno roba a cui fare attenzione significa più libertà di godersi il luogo che si sta visitando. Un cavalletto è sempre utile sia per scatti serali che per farsi degli autoscatti decenti (eh si… spesso i passanti che potrebbero farci uno scatto non saranno in grado di inquadrature soddisfacenti).
  • Guardare una città con gli occhi di un fotografo aiuta a percepire quello che il luogo ha da raccontare, la sua storia e la sua cultura. Cercate quindi “la Foto” con la F maiuscola ovunque, anche se poi alla fine non ci riuscite. Che vi troviate in un mercato, in un vicolo o in un pub, cercate sempre di osservare tutto con l’avidità di chi vuole raccontare la città in uno scatto. Non scattate compulsivamente a tutto quello che vedete poiché in questo modo raggiungerete in poco le migliaia di fotografie e perderete il gusto della ricerca. Questo però non significa farne poche… non bisogna neppure perdersi ciò che un domani si vuole ricordare.
  • Ricordarsi sempre il motivo di una fotografia. Quando si viaggia si ha sempre un perché per ciascuna foto che si fa e non deve essere banale. Non bisognerebbe mai sprecare una foto per il solo gusto di dire “faccio una bella foto”. Che sia per preservare un ricordo, per raccontare un momento o un elemento culturale o storico, l’importante è avere sempre bene chiaro il motivo del perché si scatta una foto proprio nel momento dello scatto. Riflettere su questo aspetto farà sì che quando riguarderemo quella foto, rivivremo quel momento come se fosse stato pochi minuti prima. Provare per credere.
  • Passeggiata delle ScarpeRaccontare la città attraverso i nostri scatti è il miglior modo per assimilarne cultura e tradizioni. Che ci si diverta a fotografare un piatto tipico o un monumento memoriale, cercare di farlo come se si stesse lavorando per una rivista o un giornale e quindi si volesse raccontare e far provare all’osservatore ciò che caratterizza veramente quella città, renderà le foto più interessanti e ci costringerà a studiare e capire cosa sta dietro a quello specifico soggetto. Per esempio, se passeggiando per il lungo Danubio vi imbatteste su una serie di scarpe di metallo installate sulla riva del fiume, non limitatevi a fargli una foto per ricordare di essere stati li, ma cercatene le origini e provate a raccontare, attraverso i colori, la composizione e altro, la storia che vi è alle spalle, trasmettendo la drammaticità dell’evento e la sensazione che si prova a stare lì davanti.
  • SinagogaCambiare punto di vista è fondamentale se non si vogliono fare le “banali” foto da turisti. Sia chiaro, alcuni monumenti o luoghi delle città che si stanno visitando meritano sempre una foto classica, tuttavia cercare di vivere un luogo osservandolo da un certo punto di vista che sia diverso da tutte le foto che si trovano in giro può aiutare a trovare ogni singolo particolare della tradizione e della peculiarità del posto. Per esempio, trovarsi di fronte alla sinagoga dove sono esposte le vittime della seconda guerra mondiale e guardare le torri che si innalzano verso il cielo azzurro è un modo diverso di raccontare il destino che hanno vissuto tanti poveri innocenti.
  • Non dimenticarsi di provare a vivere come la gente del posto, frequentando i loro stessi locali e mangiando il loro stesso cibo. Non c’è modo migliore per immergersi nelle tradizioni locali. Io adoro fare questo tipo di cosa con il cibo. Per esempio, a Budapest, tutti sono convinti che il cibo tipico sia il gulash. Chiaramente è una cosa che fanno da quelle parti ma non è sicuramente la cosa più tipica.  Quindi visitate mercati, bancarelle e posti che non siano nelle vie piene di turisti e fotografate il cibo sempre ricordandosi di raccontare quello che vuole essere il messaggio della cultura locale, sia che si tratti di una cottura strana, per esempio un dolce fatto alla brace, o che siano forme alternative ed eleganti di presentare piatti tipici locali, come lo stinco di maiale con patate e spezie.
Kürtőskalács  

Infine un ultima cosa che riguarda come viaggiare possa migliorare la propria tecnica fotografica: un viaggio è come un evento che non si ripete, come un matrimonio. Si ha una sola occasione che è il viaggio stesso e ripetere uno scatto può avere un costo non indifferente. Come accadde a me la prima volta a Budapest, ho dovuto aspettare molti anni prima di ritornarci e le foto che avevo perso ormai erano perse. Fotografare in viaggio significa quindi studiare, guardare i propri errori e non ripeterli nel viaggio successivo, significa sforzarsi di cogliere l’attimo e di non perdere le occasioni. Significa anche imparare a conoscere al meglio i mezzi a propria disposizione, come la fotocamera e gli obiettivi, in modo da saperli usare nell’occasione giusta e nel modo giusto. Viaggiare è quindi uno dei modi migliori, a mio avviso, e anche più belli e divertenti, di conoscere il mondo e di migliorare sempre di più la propria tecnica fotografica. Detto ciò, non mi rimane quindi che augurarvi buona luce e buon viaggio!


1 commento

Guido · 18/09/2014 alle 10:10

Sto viaggio a budapest mi ricorda qualcosa…

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