Smetti di fare questi errori quando fotografi persone

Pubblicato da C.A.Hung il

Fotografare le persone è più difficile di quanto si pensi. In media, chi scatta una foto non ha la più pallida idea di quali possano essere anche solo le basi per evitare che una foto di una o più persone sia brutta o visibilmente poco professionale. In particolare ci sono alcuni errori ricorrenti tra i principianti e i “non addetti ai lavori”. Ecco un elenco che potrebbe aiutarti a evitare di essere uno di loro:

  • Tagli improponibili: se è vero che le regole sono fatte per essere infrante, è altrettanto vero che prima di poterle infrangere bisogna conoscerle e sapere quello che si fa, mentre molti si credono artisti in erba e tagliano fronte, braccia e gambe come fossero dei macellai. Meglio, piuttosto, cercare di non tagliare nulla e lasciare il ritaglio alla post produzione.
  • Spazio negativamente negativo: questo mi è capitato spessissimo quando ho chiesto una foto da turista a un passante (anche dotato di fotocamera di un certo livello). Il compito era semplice, cioè un ritratto con il monumento alle spalle. Ebbene i risultati variavano dalle foto con caviglie e monumento tagliati, a foto che avevano la metà inferiore della foto composta di puro pavimento grigio e l’altra metà con un piccolissimo me, il monumento quasi invisibile e qualche chilometro di cielo.
  • Fronte al sole: se non si vuole che il soggetto abbia le espressioni più bizzarre, forse è meglio evitare di farlo mettere di fronte al sole.
  • Ombre sul volto: questa non è una regola assoluta, ma c’è da dire che mettersi in condizioni di scattare una foto senza particolari ombre sul volto è un po’ come andare sul sicuro. Le ombre sul volto tendono a evidenziare i difetti e a creare degli effetti non sempre piacevoli. Bisogna saper mettere le ombre giuste sul volto affinché siano gradevoli. Di solito è meglio comunque mettere il soggetto in ombra e con il sole o la sorgente di luce alle spalle, riempiendo le ombre con un riflettore o semplicemente esponendo correttamente. La luce diretta sul volto dovrebbe essere opportunamente dosata in modo da produrre un effetto desiderabile e non uno casuale.
  • Indicazioni indicative: dire al soggetto “sorridi un po’ di più, ora meno, labbro su, giù, etc…” non aiuterà la causa. Meglio provare a generare una sensazione di immedesimazione per un espressione naturale. Se si vuole che il soggetto sorrida, meglio raccontare una barzelletta.
  • Non mettere a fuoco gli occhi: inutile girarci intorno. Gli occhi, in un ritratto, devono essere a fuoco. Possono sicuramente esistere eccezioni, ma nella stragrande maggioranza dei casi è semplicemente così.
  • Usare il flash diretto: una luce di un flash, soprattutto se è quello incorporato, normalmente darà un effetto poco naturale, amatoriale e tenderà a dare quel tipico contrasto che evidenzia le occhiaie. Ancora una volta, a meno di sapere cosa si sta facendo, meglio non del tutto il usare il flash.
  • Sfondi protagonisti: in un ritratto, o in generale quando si fotografano persone, il contesto è sicuramente importante, ma più importante è sicuramente il soggetto stesso. Troppe cose nello sfondo renderanno la foto confusionaria e toglieranno importanza alla persona ritratta.
  • Il centro di tutto: se è vero che la persona è il centro d’attrazione della foto, non è altrettanto vero che debba stare al centro della composizione. Le regole di base (i terzi, la sezione aurea, etc) valgono anche (e soprattutto) per i ritratti.
  • Mancanza di senso: un ritratto è, in tutti i casi (nessuno escluso), sempre un racconto di un pezzo di storia del soggetto. Scattare una foto di una persona per puro gusto estetico risulterà, quasi sempre, in una foto povera di sostanza e non renderà giustizia al soggetto.

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