Ring flash: ritratti da urlo!

Pubblicato da C.A.Hung il

La fotografia di ritratto è probabilmente uno dei generi più ambiti e praticati nella storia della fotografia. Esistono moltissime tecniche e stili studiati e messi in scena dai fotografi più famosi. Oggi vorrei parlare di una tecnica di illuminazione particolare, che è entrata a far parte del mio stile, e del perché genera spesso molta sorpresa: il “low key ring flash portrait”.
In questa tecnica uso una sola luce dalla forma particolare, un anello, posizionata attorno all’obiettivo tramite il quale viene effettuato lo scatto. Generalmente utilizzo 70mm su full-frame Nikon con una distanza abbastanza ridotta, ma non troppo da creare evidenti distorsioni prospettiche. L’altro elemento caratteristico è lo sfondo completamente nero o quasi, che isola il soggetto.
Questo tipo di scatti mi affascina molto perché mi permette di isolare il soggetto e di esaltarlo, tirando fuori qualcosa che lo rappresenti e al tempo stesso evidenziando i suoi tratti caratteristici, concentrandomi sul volto e su poco altro spazio del corpo. Trovo che questo tipo di ritratti siano tra i più potenti nel descrivere una persona e il suo modo di essere e di muoversi. Essendo parte del mio “mood” fotografico, le foto in chiave bassa con ring flash sono ormai diventate caratteristiche dei miei lavori e mi permettono di creare una connessione diretta con il soggetto e a volte anche di rompere la tensione di chi magari si approccia alla fotografia per la prima volta.
Da un punto di vista tecnico, faccio in modo che il fondo sia quanto più scuro possibile, sebbene io abbia realizzato questo tipo di scatti anche di giorno e all’aperto. L’importante è avere un flash con la giusta potenza (e se necessario la modalità HSS) e avere la giusta distanza dallo sfondo in modo da sfruttare al massimo la legge dell’inverso del quadrato. In questo modo riesco a ottenere un fondo perfettamente separato e nero, che comunque avvolge ed esalta il soggetto in luce. La luce a forma di anello ha un duplice effetto che da fascino: il primo è che illumina in maniera uniforme, riducendo o a volte eliminando le possibili imperfezioni senza necessità di post produzione (e per la cronaca, anche i visi più perfetti, da questa distanza e su full-frame, hanno qualche difettuccio) e il secondo è quello di creare una “catch light”, cioè quella lucina riflessa bianca nelle pupille, con una forma molto particolare e che attira l’attenzione, ricordando molto le copertine delle riviste di moda americane.


Per ottenere questo effetto ci sono tendenzialmente 3 modi: il primo è quello di usare un costoso ring flash. Questa tipologia di flash, dedicati a creare particolari effetti, possono essere molto costosi ma danno la massima flessibilità in quanto riescono a raggiungere anche potenze da studio (e.g. 300ws). Di solito questi flash sono flash da studio o con potenze tali, con l’aggiunta di modificatori a forma di anello. Il secondo modo, che è quello che uso io, è quello di usare un normalissimo flash (io uso il Nikon SB700) con un modificatore “popup” elastico a forma di anello. Il principale difetto di questa soluzione è che si ha una potenza molto limitata ma al tempo stesso si ha una incredibile flessibilità per poter realizzare questo tipo di scatti. Inoltre nella maggior parte dei casi è sufficiente la potenza di un flash standard. Questa soluzione può essere estremamente economica in quanto esistono flash anche dotati di HSS, come per esempio alcuni Yongnuo o Neewer, che costano meno di 50 euro. Un modificatore decente da flash costa più o meno tanto quanto uno di questi flash economici. L’altra limitazione di questo approccio è che non si puà lavorare con teleobiettivi in quanto non si riuscirebbe ad avere la distanza corretta dal soggetto per la luce. L’anello in questione, infatti, è tipicamente grande quanto l’obiettivo o poco più, pertanto non si riesce a posizionarlo “off-camera”. La terza soluzione è quella di usare luci fisse a led. Ne esistono di sufficientemente grandi ed economiche (circa 80-90 euro) e permettono di allontanarsi dal soggetto e avere una flessibilità simile ai flash professionali da studio. Il principale difetto di queste soluzioni è che non sono tanto economiche quanto il semplice flash, di solito richiedono una presa elettrica e infine non sono molto potenti, riducendo quindi la possibilità di creare effetti di separazione dallo sfondo a meno di non avere condizioni ottimali. Un altro vantaggio delle luci fisse è che possono essere usate anche per i video.
Una delle cose più belle di questi ritratti è che sono tecnicamente abbastanza semplici da realizzare e lasciano moltissima creatività proprio all’occhio del fotografo, cioè a quella parte non tecnica che distingue ciascuno di noi, dunque si è liberi di giocare con l’inquadratura, la posa, il rapporto con il soggetto e il modo in cui si vuole evidenziarlo rispetto allo sfondo. Non mi resta che invitarvi a provare voi stessi e toccare con mano i risultati! Buona luce (ad anello)!

 

P.S. grazie a U_Nited che si è prestata per queste foto!