Quanto costa un fotografo? La mia opinione

Pubblicato da C.A.Hung il

EuroMolto spesso sento gente in giro che, quando si parla di servizi fotografici o di lavori “creativi”, si meraviglia di certi costi. Parallelamente, vedo proposte di lavori per la realizzazione di servizi con cifre che in alcuni casi sono veramente fuori mercato (al ribasso, ovviamente). Eppure la gente fatica ancora, e anche tanto, a capire il valore del lavoro professionale dei fotografi (e in generale dei creativi), probabilmente perché non ha idea di cosa ci sia dietro e quindi del perché un fotografo costi “così tanto”. In questo articolo voglio quindi soffermarmi ad analizzare, secondo la mia opinione, la questione del prezzo di un fotografo, in modo da mettere sul tavolo elementi che possano aiutare chi si approccia alla professione per la prima volta a capire quale potrebbe essere la sua tariffa, e a chi richiede i servizi di un fotografo a capire il perché questo possa risultare piuttosto costoso.

Innanzi tutto, la prima distinzione da fare è quella relativa alla tipologia di fotografo, cioè se si tratta di un professionista che fa questo per vivere o se si tratta di un fotografo che lo fa nei ritagli di tempo come secondo lavoro o addirittura come hobby. I due casi sono totalmente diversi perché hanno chiaramente approcci e condizioni totalmente differenti.

Inizierei con l’esaminare il caso del fotografo professionista, cioè colui che deve vivere di ciò che fattura attraverso la fotografia. Il prezzo del lavoro di un fotografo non è semplicissimo da stabilire e può essere principalmente suddiviso in due componenti: il lavoro “esecutivo”, cioè il tempo e le spese che si devono sostenere per un certo lavoro (e.g. l’affitto di uno studio, la corrente elettrica, gli spostamenti, etc) e il diritto di utilizzo delle sue fotografie (e.g. acquisire una fotografia di una modella per una campagna pubblicitaria).

La prima componente è quella più facile da stabilire ed è anche quella che spesso caratterizza la maggior parte di quello che interessa a un generico “compratore”. Basti pensare a un servizio di matrimonio. La coppia di sposini si aspetterà di pagare per un determinato numero di ore di lavoro e per le foto di momenti specifici, con un insieme di accessori prestabiliti come video su supporto digitale, album e così via. Ovviamente quasi nessuno si soffermerà a pensare che la tariffa possa variare anche a fronte della componente creativa del fotografo. Proviamo quindi a prendere un fotografo di matrimoni in esame e cerchiamo di capire il perché costi “così tanto” per “un solo giorno di lavoro”.

 Il lavoro esecutivo può in qualche modo essere ridotto, come per tutti i professionisti quali l’idraulico o l’elettricista, a una tariffa oraria. Tale tariffa oraria (o giornaliera) viene stabilita come per tutte le professioni, in base a un semplicissmo criterio che è quello del costo complessivo. Se per esempio pagate un architetto per progettarvi gli spazi interni della casa, saprete che la sua tariffa sarà alta perché quella persona deve ripagarsi gli anni investiti nella formazione atta a ottenere il titolo che gli permette di svolgere quella professione, nonché i costi di iscrizione all’albo e così via. La stessa cosa, anche se meno visibile e immediata, accade per il fotografo. Si consideri che il professionista deve vivere con quello che fattura, pertanto la sua tariffa giornaliera deve fare si che se moltiplicata per i giorni in cui lavora e viene pagato (cioè fattura), vadano a coprire tutte le spese e gli lascino ovviamente qualcosa con cui poter mangiare. Semplificando l’elenco, un fotografo, come un elettricista, avrà da pagare un commercialista, le tasse per la partita iva, l’affitto dello studio fotografico, i corsi di formazione necessari per offrire sempre il meglio che la moda del momento richiede, gli spostamenti, la promozione pubblicitaria e ovviamente l’attrezzatura che non è eterna.

Facendo due rapidi calcoli e supponendo per esempio di avere da pagare dei costi fissi di affitto e bollete di 400-800€ al mese (si tratta solo di un esempio, infatti se un fotografo avesse uno studio in centro a Roma costerebbe sicuramente di più), richiedendo di acquistare e manutenere attrezzatura come fotocamere che hanno un ammortamento di 5-6 anni circa e che possono costare anche (facilmente) 4-5000€ all’anno, potrebbe venire fuori che il minimo che un fotografo debba chiedere per non essere in perdita siano oltre 300€ al giorno. Perché così tanto? Ancora? La risposta è ancora più semplice quanto poco immediata: il fotografo viene pagato per un giorno (e.g. il matrimonio), tuttavia per quel giorno pagato, ci sono molti giorni in cui il fotografo non è stato pagato e che ha dovuto impiegare per ottenere quella giornata, cioè la promozione, partecipare (e pagare) la presenza a una fiera per farsi conoscere, spostarsi, pianificare gli scatti, effettuare la post-produzione e realizzare gli accessori come album, video e altra roba su supporti di vario genere. In sostanza, un fotografo si può ritenere fortunato se nel suo anno fiscale ci siano 40-50 giorni fatturabili che sono gli unici che vanno considerati per il calcolo della tariffa giornaliera. In ogni caso, a meno che il fotografo non voglia lavorare puramente per la gloria e nutrirsi di sola aria, quella tariffa “minima” che serve semplicemente per poter lavorare, andrà aumentata di quello che poi potrà essere il guadagno del fotografo con cui poter investire ancora su se stesso e poter mangiare.

La domanda che più spesso segue questa spiegazione, quando mi capita di parlarne con altri “non del mestiere” è: “allora perché un fotografo per un servizio di matrimonio non chiede 600€ ma 3000€? 600€ sono già il doppio di del minimo, no?”. Ok… e gli assistenti? Pensi che venga da solo al matrimonio? E poi, quanto tempo pensi che debba dedicare a ritoccare quella bretellina o quel neo che non volevi che apparissero sull’album che tutti i parenti e gli amici sfoglieranno per il resto della tua vita?

Questo dovrebbe chiarire un attimino il perché un fotografo costa tanti soldi per “poco lavoro” e dovrebbe aiutare chi si affaccia a questa professione a capire che se si vuole vivere di fotografia non ci si può svendere. Inoltre, questo chiarisce anche il perché gli hobbysti e chi lo fa di secondo lavoro, non dovrebbe mai “regalare” il proprio lavoro, come già dicevo in un articolo precedente.

Inoltre è chiaro che un professionista deve necessariamente essere in grado di fornire una qualità nettamente superiore, insieme a garanzie professionali di vario genere, rispetto a un hobbysta. Questo deve essere chiaro anche per chi assolda un fotografo per un servizio. In sostanza: se pago una tariffa bassa, mi devo aspettare una qualità bassa. Se compro i servizi di un hobbysta per un catalogo commerciale, non posso aspettarmi gli stessi risultati di un professionista. Insomma, è tutto proporzionato.

Faccio un esempio di una mia recente esperienza. Se un PR che organizza eventi per locali cerca un fotografo che realizzi un servizio di 4-5 ore e offre un compenso di 50€ che include tutto (spostamenti etc), significa che gli sta proponendo, al netto delle tasse, circa 5€ l’ora di tariffa. Tale tariffa, come spiegato in precedenza, includerà, per esempio, la benzina e il parcheggio per recarsi sul luogo. In questo caso, il servizio richiesto non è tecnicamente difficile e non richiede attrezzature particolarmente avanzate, pertanto che tipo di fotografo potrebbe accettare questo tipo di commissione? Quasi certamente solo uno che non sia un professionista in quanto tale tariffa sarebbe ridicola per uno che deve viverci. Sicuramente andrà bene per lo studente che vuole arrotondare e che aveva già comprato la sua prima reflex per fare le foto in vacanza. Se già parliamo di un fotografo, anche non professionista, che abbia acquistato attrezzatura di livello professionale o semi-professionale, allora questa tariffa non sarebbe sufficiente nemmeno a sostenere l’ammortamento della stessa. Pertanto, chi offre questo tipo di tariffa non può aspettarsi un servizio che preveda garanzie, post-produzione, backup o qualità di alcun genere. D’altra parte, se pagaste 5€ l’ora un architetto, vi aspettereste di veder apparire la vostra casa nelle trasmissioni di Real Time come una tra le più belle ed esclusive del mondo?

Per concludere, come anticipavo, il costo di un fotografo non è dettato solo dal lavoro esecutivo perché, come per tutti i lavori creativi, lo stile del fotografo o la sua bravura, o l’esclusività di una certa foto, rendono tale tariffa completamente diversa. Si pensi per esempio a un fotoreporter che scatti la foto scandalo del secolo. Poiché i giornali che la desiderano in esclusiva sono disposti a mettere a budget un costo enorme per quella foto, in quanto ne trarrebbero enormi vantaggi in termini di tiratura, allora il fotografo potrà aumentare anche sostanzialmente la propria tariffa per quella specifica foto. Se lo stile di un fotografo è di fama internazionale, si pensi a Steve McCurry o altri simili, chiaramente per quanto egli possa “eseguire” le foto di un servizio “comune” come un matrimonio o un book fotografico, la tariffa dovrà necessariamente considerare il valore intrinseco della parte creativa e artistica. Questa parte è sicuramente la più complessa da valutare per entrambi, committente e fotografo, tuttavia è anche una parte discrezionale ed è anche la più negoziabile.

Infine, sempre a proposito di tariffe, voglio segnalare una fonte incredibile di risorse (che ringrazio anche personalmente di esistere) che è l’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti che mette a disposizione dei riferimenti chiave che possono essere trovati, per esempio, all’indirizzo tariffario.org o sul loro canale YouTube.


2 commenti

Andrea · 24/02/2016 alle 18:11

Carino l’articolo ma non credo che “la gente” lo capirà…. comunque è troppo!!!!

    C.A.Hung · 25/02/2016 alle 06:46

    Sono d’accordo sul fatto che la gente non capisca il valore della fotografia e del lavoro che sta dietro di essa. Tuttavia, nonostante io sia solo un divulgatore, ritengo appunto che il modo migliore per scavare la pietra sia goccia dopo goccia. Se tutti i fotografi, dai professionisti ai “semplici amanti” come me si impegnassero a farne capire il valore e il costo in termini economici e di sacrificio, allora forse il fotografo verrebbe finalmente trattato alla stregua di ogni altro professionista. Purtroppo la problematica è complessa e include anche il fatto che il prezzo viene falsato dai fotografi disonesti che evadono le tasse pur di essere più competitivi, abbassando di fatto la percezione del valore e della qualità.

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