Può un “banale” tramezzino raccontare una storia?

Pubblicato da C.A.Hung il

Dato che siamo in tema di Expo, il cui argomento principale è “Nutrire il Pianeta”, ma soprattutto data la mia smodata passione per cibo e fotografia, stasera ho deciso di affrontare un tema semplice ma secondo me pieno di spunti sia fotografici che non. Chiacchierando di fotografia del cibo, si parlava di quanto questo possa raccontare attraverso una fotografia. Tale tema è importantissimo per tutti i responsabili marketing dei vari ristoranti, come lo è per chiunque voglia spendere tempo in questo campo.

Tramezzino by NightOvviamente il cibo ha da sempre raccontato una parte fondamentale della cultura dei popoli e delle nazioni, lasciando segni e informazioni ben più profonde di quello che si possa immaginare ad un’analisi superficiale. Ciò su cui mi sono voluto concentrare oggi, tuttavia, riguarda come la composizione e la luce possano trasformare radicalmente un soggetto fatto di cibo e che lavoro ci sia dietro.

Ho quindi deciso di “comporre” il mio soggetto (che sarebbe stato anche parte della mia cena) e provare a immaginare due messaggi completamente differenti. La prima è una foto che racconta più di un brunch veloce o una colazione (non di certo all’italiana). Il tramezzino è infatti avvolto in una luce diffusa e quasi allegra e la composizione ravvicinata cerca di rappresentare la freschezza lasciando vedere i dettagli dei vari ingredienti. Nella seconda foto, invece, lo stesso soggetto, nella stessa “posa” è colpito da una luce più dura e drammatica, creando dei toni caldi quasi da serata “gourmet”, raccontando anche più storia del tramezzino mostrando anche parti accessorie che incorniciano e completano la scena senza invaderla, rimanendo leggermente sfocati.

Fotografare il cibo non è semplice come sembra. Di certo alcuni hanno un talento naturale quando condividono su Instagram o Facebook il panino comprato al fastfood facendolo sembrare un capolavoro culinario, ma più in generale i social sono invasi da pessime foto di puro #foodporn.

Ecco qualche veloce consiglio su come fotografare il cibo:

  • Se lo sfondo non è funzionale a raccontare qualcosa della scena o del soggetto, bisogna eliminare, eliminiare ed eliminare. Focalizzarsi sul soggetto senza che il resto, che siano stoviglie o altri accessori distraggano da ciò che deve far venire l’acquolina in bocca.
  • Cucinare o prepare il cibo per fotografarlo non è la stessa cosa che fotografarlo per mangiarlo, soprattutto se si tratta di roba cotta. Di conseguenza se si vogliono ottenere risultati professionali è bene non aspettarsi di poter cucinare come si farebbe normalmente… e per preparare la scena bisogna essere disposti a sporcarsi le mani per avere una scena pulita
  • A proposito di pulizia… è importantissimo che il piatto e il soggetto siano puliti. Niente briciole, macchie, goccioline o pezzetti di foglie e formaggio tagliati male. Più che in ogni altro genere, nella fotografia del cibo il diavolo si nasconde nei dettagli
  • Prepararsi a spendere anche un’ora per realizzare uno scatto semplice e veloce come quello di questo post. Per avere una bella foto bisogna studiare la composizione, gli elementi, la luce e la scena… altrimenti ci vuole una buona dose di c… fortuna…
  • Preferire la luce naturale (per esempio quella di una finestra) e delle composizioni ricche di linee diagonali che possano contrastare con la posizione più convenzionale del cibo. In questa maniera si creeranno delle guide che condurranno lo sguardo verso il soggetto il quale potrà emergere nella scena.
  • Niente piatti piatti: bisogna dare volume al piatto, anche a costo di mettere sotto le pietanze degli “accessori” non commestibili che possano rialzarli. Dare volume e sollevare il soggetto dalla parte posteriore, permette di inquadrare bene il piatto pur abbassandosi nella prospettiva e inquadrando parte dello sfondo che può essere inclusa come cornice di colori e ombre o come insieme di oggetti che possano aiutare a trasmettere il messaggio.

Infine… buon appetito! 🙂