Macrofotografia: tubi di estensione

Pubblicato da C.A.Hung il

MacroGioielloUna fotografia è detta macro se ritrae un soggetto o un dettaglio molto piccolo, visualizzandolo a piena immagine. Per esempio, fare un “primo piano” di una mosca è una macro. La fotografia macro suscita sempre un certo fascino. L’idea di avvicinarsi talmente tanto al soggetto da poter vedere dei dettagli che si fatica a cogliere ad occhio nudo è un desiderio di tanti appassionati di fotografia. Sfortunatamente, fare fotografie macro non è esattamente semplicissimo. Infatti, esistono alcune difficoltà che è necessario superare per potersi dedicare a questo genere fotografico. La prima è sicuramente avere gli strumenti giusti e la seconda, non meno importante, saperli usare.

Per poter fare una fotografia macro, è necessario avere la possibilità di mettere a fuoco soggetti veramente molto vicini. Questa è la prima limitazione degli obiettivi che non nascono per fare fotografie macro. La soluzione a questo problema è, se si ha molto budget, acquistare un obiettivo dedicato. Solitamente queste lenti sono piuttosto costose, hanno una lunghezza focale fissa e permettono di mettere a fuoco fino a pochi centimetri. La distanza minima di messa a fuoco è normalmente indicata nelle specifiche dell’obiettivo. Se si intende praticare il genere macro con una certa serietà, non c’è alternativa, ma se invece si vuole sperimentare con qualcosa di più economico che consente comunque di realizzare scatti macro, allora si può prendere in considerazione l’utilizzo dei “tubi di estensione”.

I tubi di estensione sono dei componenti che si montano tra la fotocamera e l’obiettivo, aumentando la distanza tra la lente ideale e il sensore. Tanto maggiore sarà la separazione tra il centro ideale della lente e il sensore, quanto maggiore sarà l’ingrandimento finale e minore la distanza di messa a fuoco. Questi tubi sono elementi che non compromettono in alcun modo la qualità dell’obiettivo da usare in quanto non contengono elementi ottici al loro interno. Esistono due versioni dei tubi di estensione: quelli con contatti elettrici, che permettono di mantenere la comunicazione tra lente e fotocamera, e quelli completamente neutri, cioè incapaci di far comunicare la fotocamera con l’obiettivo. Ovviamente i secondi sono la soluzione più economica possibile.

Un effetto collaterale dell’uso dei tubi di estensione è che si perderà luce negli scatti, pertanto sarà necessario utilizzare tempi di esposizione o ISO più alte rispetto a quelle di un obiettivo macro. Di contro, questi tubi permettono di realizzare fotografie macro con qualunque obiettivo già in nostro possesso, incluso il classico kit venduto con le fotocamere entry-level. Osservando il prezzo di un obiettivo macro e dei tubi (io ho i Kenko che costano sotto i 200€ contro gli almeno 500€ da spendere per un obiettivo macro decente) è immediatamente chiaro che se si vuole solo sperimentare, i tubi di estensione sono probabilmente una scelta più azzeccata e non è detto che non si riesca ad ottenere comunque un risultato che sia quasi al livello di quelli che si avrebbero con lenti dedicate.

Un’altra cosa da tenere a mente quando si usano i tubi di estensione è che questi non spostano soltanto la distanza minima di messa a fuoco ma anche quello che viene detto “infinito”. Di conseguenza, usando un tubo di estensione non sarà possibile mettere a fuoco oggetti troppo distanti. Quanto maggiore sarà la lunghezza del tubo, tanto minore sarà la massima distanza di messa a fuoco.

Una volta acquistati gli strumenti necessari, è importante capire che non basta puntare, mettere a fuoco e scattare. In fotografia macro, e soprattutto con i tubi di estensione, è necessario avere un certo tipo di approccio. In particolare, per quanto riguarda la messa a fuoco, se fotografare un soggetto inanimato può essere facile, il rumore del motore di messa a fuoco potrebbe spaventare e far volare via soggetti come insetti o piccoli animali. Normalmente è consigliabile utilizzare la messa a fuoco manuale, fermandola su una distanza ben definita e facendo in modo che sia il fotografo a spostarsi avanti e indietro per mettersi nella posizione corretta.

wm_low_DSC_3189-ModificaAnche la luce può essere un problema. Fotografare in modo macro significa avvicinarsi tanto al soggetto al punto che potremmo coprire la luce che lo illumina, rendendo quasi impossibile ottenere una buona foto. Per ovviare a questo problema, a seconda del soggetto, è bene attrezzarsi di un flash esterno da far scattare lateralmente o, nei casi più estremi, di un “ring flash” cioè un lampeggiatore ad anello che si possa posizionare attorno all’obiettivo e che illumini in maniera uniforme e non eccessiva il soggetto.

Gli esempi in questo articolo, mostrano i risultati delle foto fatte con una Nikon D5000 con obiettivo Sigma 50mm F/1.4, alla minima distanza di messa a fuoco “normale” (in basso), e con un tubo da 36mm (all’inizio dell’articolo).


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