Ritratti a mezzogiorno? Si può fare!

Pubblicato da C.A.Hung il

Realizzare dei ritratti quando il sole è alto nel cielo è una sfida ardua. Le problematiche sono notevoli in quanto la luce è molto intensa e proviene da un angolo quasi perpendicolare con il terreno. Una luce così dura e verticale produce normalmente delle ombre molto accentuate ed evidenzia ogni singolo difetto del soggetto ritratto. Questo è il motivo per cui un buon fotografo tenta sempre di evitare (o di rifiutarsi) di scattare all’aria aperta in quello specifico momento della giornata.

Basti pensare al naso e alla forma arrotondata degli occhi: una luce molto forte creerebbe delle ombre tra il naso e le labbra e immediatamente sotto gli occhi, producendo l’effetto nazi-panda. Di certo chi viene fotografato non si rivedrà nel suo aspetto migliore.

Eppure fotografare a mezzogiorno non è affatto impossibile e, al contrario, se si dispone della giusta location può diventare molto interessante grazie alla luce diffusa e riflessa. Uno dei vantaggi della luce di mezzogiorno è infatti quello di essere particolarmente intensa e di colpire la quasi totalità delle superfici, causando di fatto tantissime riflessioni in tutte le direzioni e dunque un effetto di luce diffusa di base notevolissimo. A occhio nudo è più difficile distinguere l’intensità luminosa di questo momento del giorno e potrebbe sembrare di avere pochissima luce se si tentasse di scattare all’ombra di un alberello. In realtà l’occhio umano si adatta facendoci percepire l’intensità luminosa abbastanza uniformemente lungo tutta la giornata. Ciò non è valido per il sensore della fotocamera che invece si accorge benissimo della differenza. Infatti, se si osserva l’esposimetro di una fotocamera impostata in modalità semiautomatica, a parità di tutti gli altri fattori, potrebbe segnare un tempo di esposizione di meno di un centesimo di secondo per scattare all’ombra in un parco a mezzogiorno, mentre potrebbe segnare appena un decimo se si tentasse di fare altrettanto alle sette del pomeriggio.

Dunque, come si possono realizzare ritratti di ottima qualità in queste condizioni di luce? Innanzi tutto è necessario avere un buon soggetto: nel mio caso ho potuto collaborare con Giada.

Meet GiadaLa cosa fondamentale (e sicuramente più utile) da fare è quella di cercare l’ombra. Ebbene si, fuggire dalla luce diretta è il primo “trucco” per ottenere ottimi risultati. Il perché è molto semplice: spostandosi all’ombra, dati i presupposti sull’intensità luminosa spiegati nelle righe precedenti, si avrà un’illuminazione uniforme e priva di ombre che renderà quanto più gradevole possibile il volto del soggetto. Dopo di ché si dovrà solo trovare una buona inquadratura, la giusta posa e scattare. L’ombra si può trovare nei posti più impensabili e, a meno di essere in uno sterminato deserto, basta un muretto, un palazzo, un albero o anche una piccola giostra per bambini.

Il contrasto con la luce fortissima proveniente da fuori, oltre che agli oggetti circostanti, può essere utilissimo per incorniciare il soggetto e rendere l’inquadratura più interessante. Trovare dei dettagli che diano continuità, come il colore della giostra e quello dei capelli, insieme all’erba e gli occhi, farà sì che i contrasti risultino gradevoli e funzionali.

Hide and seekEvitare la luce diretta è sicuramente il primo passo per ottenere dei risultati di buon livello, tuttavia le foto fatte in queste condizioni possono risultare un po’ piatte e in alcuni casi banali. Si sa infatti che una luce che arriva lateralmente è generalmente più interessante di una luce piatta, quando si parla di ritratti. Sempre facendo riferimento alla forte intensità della luce, si possono sfruttare le superfici riflettenti bianche laterali: per esempio, scattare vicino a un ampio muro bianco o a una parete, oppure spostarsi in una zona ombrosa che abbia almeno un lato completamente riparato dalla luce, farà sì che un lato del soggetto risulti più luminoso come se il sole fosse già più basso e giungesse lateralmente. Dare un po’ di contrasto al volto aiuta ad avere dinamicità e tridimensionalità alla fotografia.

 Anche in questo caso, può essere utile incorniciare il volto creando un buon contrasto con lo sfondo, separando il soggetto con i mezzi a disposizione, come per esempio una buona profondità di campo (nel senso di un bokeh accentuato) o i rami di un albero che uniscano il verde scuro dello sfondo, gradualmente con la parte a fuoco della foto. Ciò che è fondamentale, ancora una volta, è comunque guardarsi attorno e identificare cosa ci possa permettere di adattare la luce alle necessità fotografiche.

BacklightUn terzo consiglio può essere quello di andare sotto la luce diretta. No, non soffro di schizofrenia. In realtà, il momento in cui il sole è davvero completamente verticale rispetto al terreno dura relativamente poco. Infatti, già dopo meno di venti minuti dal picco, il sole comincia a scendere, creando un angolo, seppur piccolo, con il soggetto. In questo caso si può utilizzare una tecnica di illuminazione nota come “backlight”, ovvero scattare in controluce. In questo modo, infatti, il volto del soggetto sarà comunque di spalle al sole e verrà illuminato solo da una piacevole e diffusa luce riflessa, mentre i raggi del sole colpiranno potenti i capelli, creando profondità e dando quel fascinoso effetto estivo. Per realizzare questo tipo di scatti è necessario avere una fotocamera con una sufficiente gamma dinamica nel sensore (difficile quindi farlo con uno smartphone o una compatta, anche se non impossibile) ed esporre per il volto usando la misurazione puntuale dell’esposimetro.

L’ideale è mescolare il consiglio numero 2 con il 3, in modo da ottenere una foto abbastanza uniforme in termini di esposizione e che abbia il volto ben illuminato. Da evitare flash diretti se non accuratamente schermati e in modalità “fill flash”, poiché potrebbero appiattire la foto, e riflettori posti davanti al soggetto, poiché i riflessi a quest’ora del giorno sono talmente forti che sarebbero equivalenti a mettere il soggetto con il sole diretto in faccia, causando smorfie di dolore e lacrimazione potente.

Eyes in the woodsL’ultimo suggerimento, se proprio i primi tre non bastassero, è quello di provare a sviluppare la foto usando il bianco e nero o un viraggio con desaturazione. Le tonalità di grigio, infatti, si prestano a mitigare, se opportunamente utilizzate, gli effetti di luci forti e molto intense. Il bianco e nero (o i viraggi con desaturazioni), sono infatti caratteristici per i forti contrasti, cosa che la luce intensa riesce a creare facilmente. Ovviamente non basta prendere una foto qualunque fatta a mezzogiorno e virarla in bianco e nero per rimediare, ma bisogna sempre fare attenzione a non far apparire ombre poco gradevoli sul volto.

Una volta messi in pratica tutti questi accorgimenti, le fotografie fatte a mezzogiorno risulteranno tanto gradevoli quanto quelle fatte a qualunque altra ora del giorno e il risultato dipenderà solo ed esclusivamente da tutti gli altri fattori indipendenti dalla gestione della luce, quali composizione, profondità di campo ed impostazioni varie.