Il segreto per andare a caccia di stelle
Fotografare la via lattea è da molto tempo un mio sogno fotografico. Ieri sono riuscito a realizzarlo. Il nostro piccolo pianeta si trova proprio dentro questa mastodontica scia di stelle e nel cielo notturno si possono apprezzare colori e luci veramente affascinanti. Fotografarla non è comunque una cosa semplice, ma nemmeno impossibile.
Innanzi tutto bisogna mettersi il cuore in pace: se si vive in città non c’è modo né di vederla né di fotografarla. Bisogna infatti allontanarsi dalle luci che producono l’inquinamento luminoso.
Come dice il titolo, un segreto c’è (ma non è tanto segreto), e si chiama pianificazione. La maggiore difficoltà per scattare una foto che ritragga la via lattea è infatti il mettere insieme tanti piccoli fattori che non possono essere improvvisati. Infine serve anche una certa dose di fortuna perché è ovvio che se ci sono tante belle nubi nel cielo non si riuscirà mai a fotografarla.
Per prima cosa bisogna considerare il periodo in cui la si vuole andare a fotografare (o anche solo a vedere a occhio nudo). La via lattea è più visibile, nell’emisfero nord del nostro pianeta, nei mesi estivi, specialmente a Giugno e Luglio. Questa foto è stata scattata ad Agosto. Una volta verificato che il mese sia adatto è importante trovare un luogo che sia abbastanza buio. Infatti il peggior nemico delle stelle è proprio l’inquinamento luminoso. L’occhio umano è sensibilissimo e sopra di noi c’è un’infinità di lucine e colori che potremmo tranquillamente percepire. Tuttavia l’occhio, esattamente come la macchina fotografica, ha una gamma dinamica limitata, pertanto si adatta a ciò che di più chiaro lo colpisce. Di conseguenza, se si è accerchiati da luci, fari, smartphone e così via, non si riuscirà mai ad apprezzare il cielo notturno.
Un buon modo per trovare un punto abbastanza scuro è cercare sulla mappa di siti come “Ligth Pollution Map” o “Dark Site Finder“.
Una volta definito il posto e il mese, è importante trovare quindi l’esatto momento in cui andare a scattare. Infatti, sebbene per molti la notte sembri tutta uguale, la realtà è che la notte fonda, veramente buia, spesso dura solo una o due ore. Infatti, il Sole continua a illuminare il cielo fino a quando non termina il crepuscolo, cioè fino a quando il corpo celeste che ci da la vita non si nasconde per oltre 18 gradi di rotazione al di sotto dell’orizzonte. Da quel momento in poi, la principale sorgente di luce non influisce più sul nostro cielo. Superato quindi il problema del Sole, c’è quello della Luna. Infatti circa una mezzora prima che il satellite sorga, la luce riflessa comincia già ad apparire, anche se la sua influenza è relativamente bassa. Sicuramente è molto meglio osservare il cielo quando la luna Sorge molto tardi e non si trova né oltre il primo quarto, ne prima dell’ultimo. Bisogna evitare le notti di Luna piena (e non per via dei licantropi).
Per trovare il giorno esatto basta cercare su internet uno dei miliardi di siti che mostrano il calendario lunare, in modo da verificare sia la fase che gli orari relativi al sorgere e al tramontare sia del Sole che della Luna. La cosa importante è verificare che tra il tramonto completo del Sole (fine del crepuscolo) e il sorgere della Luna, o il viceversa, dal tramonto della luna al sorgere del Sole (inizio dell’alba) ci sia almeno un’ora di tempo. Esistono anche svariate app, sia gratuite che a pagamento, che aiutano a calcolare questi orari, come Stellarium.
Quando anche il momento esatto in cui fare lo scatto sarà stato definito, bisognerà verificare la posizione delle stelle relativamente alla posizione specifica (latitudine e longitudine), per essere sicuri che ci sia almeno una porzione sostanziale della via lattea da riprendere. Il luogo, a meno che non si stia facendo un mero esercizio tecnico, dovrebbe avere qualcosa che contrasti con le stelle: un paesaggio di montagna, un albero, un lago o qualsiasi cosa che possa fare da finto protagonista. La via lattea è molto bella, ma da sola non può facilmente rappresentare una bella foto.
Infine, ecco alcune cose che possono tornare utili durante uno scatto del genere: torcia, acqua, cibo, una coperta o una giacca (in generale abiti adatti al clima), un bastone (può servire per scacciare animali o per aiutarsi nella camminata se ci si trova in posti un po’ avversi), bussola, smartphone con GPS, mappe del posto e batterie (o caricabatterie).
Che attrezzatura usare? Diciamo che dipende da quanto ci si trova al buio. Se si riesce a vedere la via lattea ad occhio nudo, cosa che raccomando dato che si tratta di un’esperienza veramente unica, allora qualsiasi reflex riuscirà a tirare fuori qualcosa anche con un obiettivo kit (il classico 18-55). In generale la regola è che più luce si può catturare e meglio è, quindi largo a obiettivi dall’apertura del diaframma enorme (1.4, 1.8 o 2.8) e ai sensori capaci di alzare la sensibilità ISO senza produrre troppo rumore e perdere troppa gamma dinamica. Ovviamente quindi meglio una full frame o ancora meglio (se si è ricchi) una medio formato. Sul tipo di obiettivo, più si accorcia la lunghezza focale e meglio sarà per due motivi: il primo è che si potrà includere nella foto una componente maggiore della via lattea, la quale è veramente enorme e quindi si faticherà a catturarne una porzione significativa, in secondo luogo perché un angolo di campo maggiore permette di avere tempi di esposizioni maggiori prima che si noti il movimento relativo delle stelle. Quest’ultimo caso non conta se si vogliono fare le scie di luce.
Non mi resta che augurarvi buona pianificazione e buona luce… anche di notte!
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