Guadagnare con la fotografia: il MicroStock

Pubblicato da C.A.Hung il

KiwiQuando ho iniziato a capire un po’ di più delle basi di fotografia, mi sono chiesto se potessi in qualche modo guadagnare qualcosa, anche solo per ripagare parte dell’attrezzatura che avevo acquistato o che avevo intenzione di acquistare. Il primo approccio, cioè quello più ovvio, è stato quello di studiare come diventare un fotografo libero professionista e cominciare a fare piccoli lavori, per esempio battesimi, matrimoni e così via. Dopo attente valutazioni mi resi conto che l’investimento iniziale per questo genere di attività non era banale e che avrei dovuto spendere molto tempo anche solo a farmi pubblicità e a procacciarmi il lavoro. Decisi quindi di trovare qualche attività fotografica altrettanto divertente che richiedesse meno tempo anche a fronte di un guadagno ridotto: il microstock.

Il microstock è un tipo di attività fotografica molto particolare e costituisce una grossissima fetta dell’economia che gira dietro alla fotografia. In sostanza, un’azienda di microstock vende delle fotografie senza royalties, a prezzi relativamente molto bassi, a clienti di ogni genere, come giornali, riviste, produttori di siti web, grafici, pubblicitari etc. Queste aziende acquisicono milioni di fotografie da fotografi che le sottopongono alla loro attenzione. Ciascun fotografo guadagnerà una piccola parte di ciascuna foto che viene venduta. Il modello di business è il revenue-share.

Vendere nel settore del microstock è abbastanza facile ma come tutte le attività lavorative il cui guadagno è basato sul volume di vendita, i ricavi saranno tanto più alti quanto più tempo si dedicherà all’attività stessa. Comincio subito a disilludere i più ottimisti dicendo che, anche a causa della saturazione del mercato e della grandissima offerta di contenuti ormai disponibile, se si vuole guadagnare quanto un comune impiegato si deve probabilmente lavorare come tali e quindi anche 8 o più ore al giorno. Tuttavia, se non si hanno grosse pretese, il microstock è un tipo di attività commerciale che può gratificare anche solo per quei pochi euro che si possano guadagnare ma soprattutto per l’opportunità di esplorare e studiare temi e tecniche sempre nuove e in evoluzione.

Iniziamo parlando degli aspetti legali e burocratici. Il contesto legislativo attorno al microstock è ancora oggi pieno di spazi grigi che lasciano aria ai commercialisti per decidere come gestire i ricavi e come dichiararli. L’agenzia delle entrate, dal canto suo, probabilmente è abbastanza permissiva quando si tratta di guadagni di pochi euro. Di sicuro, se si guadagnano soldi vendendo delle foto, questi andranno dichiarati. Inoltre non è possibile (e di questo ne sono certo) fare come suggeriscono in alcuni siti, cioè emettere una ricevuta per prestazione occasionale, in quanto non ci sono assolutamente i presupposti di base. Alcuni sostengono che sia necessaria la partita iva da libero professionista, altri no. Non mi faccio carico di risolvere la situazione e rimando al parere di un vostro commercialista di fiducia sul tema. Mi limito solo a dire che se volete vendere le vostre foto, dovete parlarne anche con chi vi aiuta a fare la dichiarazione dei redditi. Giusto per dare qualche spunto, poiché i redditi derivati dal microstock rientrerebbero nella categoria “diritto d’autore”, cioè per la vendita di opere dell’intelletto, basterebbe dichiarare i redditi nel riquadro D3 del 730 (beneficiando di una deducibilità del 25% forfait, che sale al 40% se si è sotto i 35 anni) e non sarebbe necessaria la partita iva, come espressamente specificato dalla legge sui redditi derivanti da tale categoria. Ovviamente, come già puntualizzato, il condizionale è d’obbligo, infatti la condizione è valida solo per foto che, cedute tramite microstock, mantengano i requisiti previsti dalla risoluzione ministeriale n.94/E 1997 cioè che non abbiano carattere commerciale, condizione quasi impossibile nella maggior parte dei siti di microstock dove non si ha il controllo dell’uso delle foto che, per definizione, sono “royalty free”.

Quanto costa iniziare? Assolutamente nulla se avete già un computer e una macchina fotografica. Se non li avete, sappiate che per questo genere di attività non è necessario comprare attrezzatura costosissima. Al contrario è possibile utilizzare anche attrezzatura molto economica e ultimamente addirittura anche solo il cellulare. Il mio consiglio è di usare almeno una reflex entry level (io ho venduto diverse foto usando una Nikon D5000 e l’obiettivo kit, senza usare flash o altri accessori). Ovviamente, maggiori probabilità di guadagno si vogliono avere, maggiore dovrà essere l’investimento economico per acquistare gli accessori utili a migliorare la qualità delle foto, come flash, trigger, cavalletti, riflettori, luci continue etc. Tolta l’attrezzatura, i siti di microstock non richiedono alcun pagamento o abbonamento. Registrarsi è gratuito e inviare foto lo è altrettanto.

Come funziona? Dopo essersi registrati su uno o più siti di microstock, si potranno caricare delle foto. Ogni foto dovrà essere corredata di un titolo, una descrizione, delle parole chiave e delle categorie di appartenenza. La foto dovrà rispettare delle carattersitiche tecniche minime che possono variare (fondamentalmente sono i megapixel) e potrà essere inviata in pochi e selezionati formati (e.g. jpeg). La maggior parte dei siti ha dei sistemi per caricare le foto a blocchi e non una per una. In quel caso dovrete però attrezzarvi di software come Adobe Lightroom (o altri cataloghi) per poter aggiungere i campi descritti sopra (e.g. le parole chiave) in maniera rapida ed efficiente, altrimenti rischierete di dover perdere giornate intere solo a scrivere le stesse parole per ciascuna foto. Di solito c’è un limite alle foto che si possono caricare, per esempio 10 a settimana. Ogni foto passa attraverso due fasi di valutazione, la prima è generalmente automatica e verifica la compatibilità tecnica e la completezza dei vari campi richiesti, e una seconda manuale, effettuata da una squadra di “giudici” che lavora per il sito di microstock e che deciderà se la vostra foto è potenzialmente vendibile o no.

Cosa potrebbe rendere una foto NON vendibile? Sono molte le cose che possono invalidare una foto. La presenza di un marchio registrato o di un soggetto su cui non si detengono i diritti. Non potete, per esempio, vendere le foto di Messi che avete fatto allo stadio e non potete vendere le foto del Duomo di Milano fatte durante le vacanze. Ovviamente gli aspetti qualitativi sono uno degli elementi principali di valutazione: se la foto è tecnicamente sbagliata allora verrà scartata. Per tecnicamente sbagliata si intende che ci sono pixel completamente neri o completamente bianchi in punti dell’immagine in cui invece ci si aspetterebbe un colore o una tonalità intermedia di grigio, oppure che la luce utilizzata abbia creato effetti sgradevoli, o sia mossa o sfocata, etc. Ovviamente anche se la foto fosse tecnicamente perfetta, anche una composizione scarsa potrebbe far scartare la foto. Ritrarre persone e non inviare una liberatoria per ciascuna di esse farà scartare la foto. Inviare un’immagine ormai vista e rivista miliardi di volte (e.g. la classica mela rossa su un tavolo bianco) non aiuterà a guadagnare. Ingrandire una foto per aumentarne il prezzo, farà scartare la foto. Eccedere con il fotoritocco o applicare filtri preconfezionati o troppo esuberanti, renderà la foto inaccettabile.

Quanto aspettarsi di guadagnare? Non c’è una risposta a questa domanda. Il guadagno dipende unicamente dall’impegno, dalla qualità e dal tempo che si dedica alle fotografie. Nella mia esperienza ho potuto vedere che con una decina di minuti a settimana, si guadagnano circa una sessantina di euro all’anno… buoni per pagarmi l’hosting del sito web :). Esistono testimonianze di fotografi professionisti del microstock che dedicando lo stesso tempo di un lavoro normale, arrivano a guadagnare anche cifre importanti. In generale, una singola foto può generare dai pochi centesimi ai 5-10€ per vendita a seconda della dimensione acquistata dal cliente (e.g. la stessa foto viene venduta in formato small, medium e large, ciascuno a un prezzo diverso e crescente in proporzione alla risoluzione).

Chi compra sui siti di microstock? Sono diversi gli utenti che acquistano foto da questi siti ed è importante imparare a conoscerli per capire cosa fotografare e in che modo. I principali clienti dei siti di microstock sono sicuramente editori di riviste e giornali che acquistano le foto per uso, per l’appunto, editoriale e per le foto d’archivio. Agenzie pubblicitarie sono al secondo posto perché cercano in questi siti tutti gli elementi (e.g. sfondi, oggetti, situazioni) da fornire ai propri grafici per produrre cartelloni, foglietti illustrativi, cataloghi e inserzioni pubblicitarie di vari formati. Ristoranti e negozi in generale che devono produrre dei menu. Sviluppatori di siti web e agenzie di comunicazione. Arredatori che devono acquistare immagini con cui produrre stampe e tele. In generale chi vuole acquistare foto con un soggetto particolare.

Cosa fotografare e come? La prima cosa che si dovrebbe fotografare sono le cose che piacciono. Per esempio, a me piace il cibo e quindi fotografo il cibo. Per pura casualità, questo genere fotografico è anche uno di quelli che va per la maggiore sui siti di microstock e che ha sempre bisogno di nuove foto. Ovviamente, essendo un’attività commerciale, non ci si può sempre divertire e basta. Bisogna andare dietro alle correnti. Per esempio, sotto le feste di Natale, fotografate la neve. A Pasqua fotografate le uova e i pulcini. In prossimità dei mondiali o delle olimpiadi fate un giro al campetto dove gioca un cugino o il figlio e così via. Molti dei siti di microstock hanno anche dei blog dove è possibile tenersi aggiornati sulle tendenze del momento. In generale sono molto apprezzati oggetti isolati e sfondi che possano essere usati come base di partenza o come elementi accessori di una composizione più grande. Quando si fanno foto per il microstock, si deve cambiare prospettiva mentale e dimenticarsi che la foto deve essere “bella” in senso assoluto o filosofico, ma deve essere tecnicamente perfetta e avere o un significato semplice e immediato oppure essere facile da calare in un contesto puramente commerciale. Per ispirarsi basta andare sugli stessi siti dove si vuole vendere qualcosa, cercare delle parole chiave e imparare dalle foto che hanno venduto di più e sono diventare più popolari. Risulta più semplice vendere le foto se la risoluzione minima corrisponde ai parametri indicati da ciascun sito come “large”, cioè stampabili almeno 30x40cm.

I trend che hanno costantemente bisogno di foto nuove o interpretazioni dei soliti temi sono tutte le ricorrenze e le festività sia civili che religiose, il cibo, le persone (per le quali però dovrete compilare delle liberatorie che trovate direttamente nei siti di microstock) in situazioni che esprimono un’azione o un sentimento. Fotografate gli animali solo se riuscite a fare qualcosa di veramente particolare… se provate a fare una ricerca troverete tonnellate di foto su quest’area. Business e tecnologia sono molto dinamici e cambiano molto spesso e quindi hanno bisogno sempre di nuove foto. Infine eventi e personaggi famosi, anche se in quel caso si potrebbero avere limitazioni dovute al contesto giornalistico, legale o di privacy.

A quanti siti registrarsi e come farsi pagare? Ogni sito richiede un certo tempo di gestione. Potete caricare le vostre foto su tutti i siti che volete, grazie al paradigma senza royalties, a meno che non sottoponiate le vostre foto ai programmi “esclusivi” che permettono di guadagnare di più ma al tempo stesso vi impongono di non caricare la stessa foto su altri siti. Personalmente ritengo inutile caricare le stesse foto su più di cinque siti diversi perché a meno di dedicare molto tempo, il guadagno sarà non proporzionale al tempo da spendere. Infatti ogni sito potrebbe essere particolarmente forte su un tema diverso da quello di un altro sito concorrente e quindi potreste dover caricare foto diverse su siti diversi e gestirle in maniera differente a livello di parole chiave, categorie e così via. Alcuni siti pagano versando denaro su un account paypal, altri mandano direttamente un assegno a casa e in generale tutti aspettano che si raggiunga una cifra minima che può variare dai 20 ai 100 euro.

Per concludere, ecco una lista di alcuni dei più famosi siti di microstock dove iniziare a vendere le proprie foto:

Aggiornamento del 16/01/2016: Alcuni consigli su come minimizzare gli scarti sulle foto caricate sui siti di microstock.


5 commenti

Guido · 27/07/2014 alle 22:33

Avevo iniziato a vendere foto ad un sito di microstock, ma di fatto non ho molta roba vendibile.

Pezzo utile, comunque. Poca gente conosce quest’opportunità.

Unica cosa, non sono sicuro che occorrano permessi per fotografare l’esterno del Duomo di Milano. In generale gli esterni sono fotografibili, da quello che so. Sono gli interni a pretendere liberatorie…

    C.A.Hung · 28/07/2014 alle 07:11

    Sugli esterni dipende dal posto. In generale vige la regola che se si paga per la visita, allora non puoi vendere le foto dell’esterno. Il Duomo di Milano può essere pubblicato solo se non ci stai lucrando e non è il soggetto principale. Vale così per molte altre cose

Francesco · 28/08/2014 alle 10:59

Ciao,
a proposito del pagamento delle royalties hai indicato anche il metodo PayPal.

Ho visto che sul web non c’è molta chiarezza in merito al tipo di account paypal da aprire.

Sembra che ci siano opzioni quali account “personale, premier e business” ma non sono riuscito a capire bene, per chi si affaccia al mondo del microstock e fa guadagni molto contenuti, che tipo di conto PayPal debba aprire per non dover sostenere anche eventuali costi di tenuta conto.

Grazie e complimenti per l’interessante articolo,
ciao.

    C.A.Hung · 29/08/2014 alle 14:56

    In realtà non è necessario nessun tipo particolare di account paypal.
    Le versioni che citi servono quando apri negozi o hai partita iva.

    Purtroppo il mondo dei pagamenti e del microstock ha mille problematiche burocratiche che solo un commercialista (e spesso neppure) può risolverti. In generale, per i siti di microstock, al di là della parte della dichiarazione dei redditi, basta un account base di paypal. Al momento dell’erogazione del pagamento, vedrai l’accredito sul tuo conto, esattamente come accadrebbe su una vendita su ebay. Il problema di paypal, rispetto a farsi mandare un assegno, è che paypal trattiene una percentuale (anche relativamente alta) per ogni transazione in ingresso che fai.

    Grazie per i complimenti, spero che i miei articoli ti siano utili!
    Carlo

Guadagnare con le foto: 5 motivi per cui le tue immagini non vanno bene | Carlo Alberto Hung · 16/01/2016 alle 21:12

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