Fashion Lights: la strategia di illuminazione “Flat”

Pubblicato da C.A.Hung il

Nel ritratto esistono diversi stili di illuminazione del volto, ciascuno con caratteristiche diverse. Alcuni sono detti i “classici”, cioè rappresentano delle strategie ben consolidate che a rotazione tornano in voga o permettono di andare sul sicuro. Ultimamente è tornata molto di moda una strategia detta “flat”, cioè un tipo di luce che serve ad annullare quasi totalmente le ombre. Questo tipo di illuminazione è tipico delle foto da copertina e funziona molto bene soprattutto sui volti femminili. Il difetto di questo tipo di setup è che tende a evidenziare ogni singolo più piccolo difetto della pelle e richiede quindi un trucco perfetto e un viso ben liscio e levigato.

Per realizzare questo tipo di illuminazione bisogna distinguere, come al solito, due tipi di luci: le luci principali, cioè quelle che illuminano il soggetto, e quelle ambientali, cioè quelle che creeranno il contesto. In questo caso esistono più metodi per scattare “flat”. Sia la foto in alto che quella in basso sono state scattate usando tre luci, due principali e una di fondo, ma questo tipo di risultato si può ottenere addirittura con una singola luce, a patto che sia abbastanza grande, per esempio dentro un softbox piuttosto largo o dietro a un ombrello riflettente.

Per sviluppare questa strategia è necessario assicurarsi che la luce ambientale di base non tocchi il soggetto, cioè se si scatta con i flash spenti la foto deve risultare nera. Di solito, nel fashion, l’apertura del diaframma è piuttosto bassa, da f/8 in giù, per permettere di ottenere un buon dettaglio e il viso interamente a fuoco. Infatti con questa strategia si vuole evidenziare la bellezza del soggetto.

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Il setup a una luce prevede che si posizioni una luce dalla superficie almeno quattro o cinque volte più larga del volto del soggetto. Tanto minore sarà la distanza del flash dal soggetto, quanto più scuro sarà lo sfondo. Se la luce è sufficientemente intensa rispetto alla distanza, si potrebbe avere anche un minimo di luce nel fondo. Uno dei problemi dell’utilizzo della singola luce è che il fotografo deve mettersi in mezzo, tra il soggetto e la luce. Per evitare di proiettare ombre, potrebbe essere necessario alzare la luce in modo da avere spazio per scattare. Tuttavia, alzando la luce si rischia di sfociare nella strategia detta “butterfly” o “paramount“. Per evitare ciò bisogna alzare la luce il minimo possibile e posizionare un pannello riflettore immediatamente sotto il soggetto, facendogli riempire eventuali ombre. Sempre parlando della moda attuale, si utilizza molto il beauty dish come modificatore, facendo si che la luce riflessa dagli occhi abbia una caratteristica forma ad anello che da quel look fashion che si vede oggi nelle copertine delle riviste di moda.

Per separare il soggetto dallo sfondo è possibile utilizzare sia una luce posteriore (hair light), sia una luce che vada a colpire lo sfondo creando un certo gradiente di grigio (o del colore desiderato). In base all’inquadratura la luce posteriore può essere posizionata immediatamente dietro il soggetto oppure lateralmente fuori dalla scena. Se si usano due luci per illuminare lo sfondo, è importante che queste siano posizionate alla stessa altezza e alla stessa potenza per dare una certa uniformità e non sbilanciare le varie gradazioni di colore sullo sfondo.

Un altro modo per ottenere un’illuminazione flat è, come per le foto d’esempio, posizionando due luci lateralmente al soggetto, con un angolo di circa 45°, all’altezza degli occhi. Le due luci devono avere un rapporto di 1:1, cioè essere equivalenti in termini di potenza e di modificatore (cioè se una è dietro un softbox, l’altra deve essere modificata nello stesso modo). Sarebbe ideale anche che le due luci abbiano la stessa temperatura di colore per evitare strane variazioni di tonalità sulla pelle. Questo setup è più versatile perché lascia spazio al fotografo di muoversi davanti al soggetto e permette di variare dal tema classico, riducendo di pochissimo la potenza di una delle due luci, tanto da poterla considerare il rapporto ancora pari, ma creando un certo grado di tridimensionalità.

Questa e altre strategie classiche sono descritte nel dettaglio nel libro: I Segreti della Luce II – Tecnologia e Ispirazioni