Questo spiega perché sia meglio scattare bene subito
Tante volte, forse troppe, sento e leggo persone che descrivono il loro modo di scattare aggiungendo sempre cose come “tanto poi correggo in post produzione”. Ammetto di essere colpevole anche io. Di fatto non c’è niente di male nell’essere consapevoli di poter sottoesporre una foto o di poter includere qualcosa dello sfondo che poi verrà messa a posto in fase di sviluppo. Fa tutto parte del processo creativo di una fotografia e guai a pensare che la foto buona sia solo quella che esce così com’è dalla fotocamera.
Tuttavia bisogna fare delle distinzioni, perché il mondo della fotografia è pieno di sfaccettature, non è tutto bianco o nero. Il problema è infatti, a mio avviso, l’estremismo. Pensare che sviluppare digitalmente una foto, correggendo esposizione, toni, contrasto, curve e cose simili, e anche spingersi oltre, come rimuovere un elemento di disturbo dallo sfondo usando programmi di fotoritocco, sia qualcosa che non faccia parte della fotografia e che non si facesse con la pellicola è un modo di vedere la fotografia molto limitato e alle volte un po’ ignorante (nel senso che si ignora storia e senso dello sviluppo digitale).
Non si deve però cadere neppure nel problema opposto, argomento di questo articolo: scattare senza pensare troppo perché “tanto poi c’è Photoshop”. Ribadisco, nulla di male, ma ho una serie di ragioni a favore dello scatto fatto bene prima dello sviluppo, che potrebbe essere infinitamente lunga ma che per non tediare troppo ridurrò a poche righe.
Innanzi tutto, quando parlo di “scattare bene” non intendo solamente da un punto di vista tecnico ma anche di tutto ciò che sta al contorno. Prendiamo per esempio la foto di una modella. Troppo spesso vedo gente concentrarsi a scattare come se avesse in mano un mitragliatore, senza fermarsi un attimo a guardare se ci sia qualcosa che non va o che potrebbe essere fatto meglio, in virtù del fatto che se anche ci fosse un capello fuori posto, in Photoshop è un attimo toglierlo… è un attimo? Ma è davvero così? Riflettiamoci un secondo. In un’ora di scatti potremmo avere ben più di un centinaio di foto della modella. Supponiamo di avere soprasseduto sul capello fuori posto o sul trucco un po’ sbavato. Sulla singola foto potrebbe essere 10 secondi di lavoro, ma su 100 foto diventerebbero 1000 secondi, cioè ben più di 10 minuti. E se invece di 10 secondi, fossero stati 5 minuti tra correggere il trucco, togliere il capello, correggere l’esposizione e così via, quanto tempo sarebbe necessario per sviluppare tutte le foto? (vedi anche l’articolo sull’importanza del Make Up Artist)
Una prima indicazione è quindi quella che è sicuramente più ovvia a chi il fotografo lo fa per professione e quindi non è raro catturare migliaia di immagini per un servizio. Se si considera che per un professionista il tempo è denaro, provate a fare il calcolo di quanti soldi si spendono o si risparmiano scegliendo di prestare attenzione allo scatto prima di andare in camera chiara.
Un altro esempio è quello dell’inquadratura. Con l’esplosione dei megapixel ormai in tantissimi non riflettono subito sull’inquadratura originale perché tanto possono “croppare” dopo. Vero, ma siamo davvero certi che quella risoluzione in più non potesse dare un tocco di qualità e definizione in più alla nostra foto? Facciamo un piccolo calcolo: supponiamo di avere una foto da 3000×4000 pixel da stampare in formato 30x40cm, che significa avere una risoluzione di 254 punti per pollice. Questa risoluzione, per i canoni della carta stampata, è appena sufficiente (quella considerata ottimale è 300). Supponiamo di effettuare un ritaglio di 1 centimetro di cornice e poi di ridimensionare l’immagine per poter essere stampata sempre in 30×40. Significa che stiamo eliminando circa 200 pixel in verticale e 200 pixel in orizzontale, cioè circa 40000 pixel.
Facendo una rapida proporzione: 254 sta a 3000×4000 (12.000.000 quindi circa 12mpx) come la nuova risoluzione sta a 2800×3800 (10.640.000 che sono circa 10mpx). Il nuovo valore sarebbe quindi di circa 225 punti per pollice.
Perdere circa 30 dpi di risoluzione è accettabile? Certamente! La foto sarà sicuramente ancora gradevole a quella risoluzione, ma poi non bisogna lamentarsi o meravigliarsi che le foto di altri fotografi (che magari stanno attenti all’inquadratura) sembrino più definite.
Infine, oltre ai problemi, ci sono anche i vantaggi dello scattare bene subito. In realtà si possono riassumere in una sola parola: crescita. Pensare bene a ogni dettaglio è sicuramente la chiave verso la qualità e verso il miglioramento a 360 gradi di tutte le capacità fotografiche di chi scatta.
Per concludere, senza demonizzare né l’una né l’altra corrente di pensiero, è sicuramente accettabile scattare poche foto avendo magari in mente cosa si farà come post produzione, ma confidare che dopo lo scatto si può mettere a posto utilizzando solo il software potrebbe essere una forte limitazione a migliorare la qualità delle proprie foto.
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