Concorsi fotografici: non sono (quasi) mai come ci si aspetta
Premetto che io non partecipo ai concorsi fotografici, specie se gratuiti, a meno che non ci sia un motivo valido. Non li evito perché temo il confronto, anzi trovo che sia anche un buon modo per mettersi in gioco, tuttavia ci sono almeno due ragioni principali per cui non partecipo: la prima è che nella stragrande maggioranza dei casi, i concorsi fotografici sono dei veri e propri furti organizzati di fotografie a discapito di chi spera in qualcosa di più eticamente corretto, e la seconda è che essendo la misura del giudizio molto soggettiva, raramente in concorsi molto grandi si riesce a ottenere qualche genere di riscontro costruttivo.
Quest’anno ho fatto un’eccezione e ho partecipato a una singola categoria del Nikon Photo Contest. Non sono riuscito ad arrivare alle selezioni finali. Poco male, perché avevo partecipato solo per cercare di mandare un messaggio alla comunità dei fotografi, cioè il fatto che tramite le nostre competenze possiamo migliorare il mondo, soprattutto adesso che l’alfabetizzazione media relativa alla comunicazione visuale sta crescendo enormemente. Il mio obiettivo non era certo quello di vincere, anche perché sarebbe stato un compito piuttosto arduo in un simile contesto.
Tuttavia, partecipando a questo concorso gratuito, ho approfondito alcune riflessioni che secondo me dovrebbe fare chiunque si lanci in un concorso fotografico:
Il tema del concorso era “Futuro”. Alla selezione finale sono arrivate foto bellissime di uccelli poggiati su un ramo, immagini elaborate come dei “tiny world”, paesaggi naturalistici, ritratti di donne e così via. La mia foto, che pubblicherò prossimamente su questo blog raccontando anche la storia di come l’ho scattata, probabilmente non era tecnicamente migliore di quelle, ma sicuramente aveva un messaggio molto più forte e sicuramente più inerente al tema. Questo mi ha dimostrato che fondamentalmente nei concorsi fotografici il tema conta veramente poco. Dunque è probabilmente meglio partecipare sempre con le proprie foto tecnicamente migliori. Sarà infatti la giuria a trovare un nesso tra la foto e il tema, una volta che sarà stata attratta dalla bellezza compositiva.
Detto ciò, vale veramente la pena di partecipare? A volte si, ma la maggior parte delle volte no. Il motivo è molto semplice: se si legge il regolamento dei concorsi, quasi sempre c’è scritto che si cede il totale diritto di utilizzo anche commerciale delle fotografie caricate, magari anche in uso esclusivo e senza diritto di attribuzione. In sostanza, azienda ed enti anche grandi e famosi, usano questi concorsi per fare raccolte a strascico di immagini di gente che è speranzosa di ottenere visibilità o magari addirittura un premio. Trovo questo eticamente scorretto e quasi degradante per i fotografi.
Infine, la domanda che invito tutti a farsi quando si vuole partecipare a un concorso fotografico è: che vantaggio ne traggo? La fotografia può servire a tante cose. Partecipare a un concorso fotografico difficilmente servirà a qualcosa. Visibilità? Non ricordo il nome di nessun fotografo dei concorsi che ho osservato, votato o a cui ho partecipato. Critiche costruttive? Se il concorso è frequentato da poca gente, allora si otterrà più o meno quello che si otterrebbe in un forum (ma senza regalare le proprie immagini), se invece è grande (e.g. il Nikon Photo Contest), penso che siano veramente pochissimi quelli che ricevono dei consigli o delle critiche costruttive.
I concorsi sono tutti il “male”? No, assolutamente, anche se paradossalmente sono più eticamente corretti i concorsi a pagamento che quelli gratuiti. Il mio consiglio è quello di leggere bene i regolamenti per capire cosa si sta “regalando” e in cosa si può investire, oltre che trovare un motivo valido, di crescita, per partecipare, sia esso quello di avere una scusa per costruire delle immagini o connettersi con persone e organizzazioni.
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