#AmiciDellaFotografia: due domande al direttore di MilanoWeekend
Andrea Paternostro è un giornalista professionista ed è direttore responsabile di Milano Weekend, quotidiano di notizie e consigli per eventi. Andrea è inoltre docente di strumenti e best practice per Redazioni digitali (Formazione OdG) e consulente web content&social media, business&technology research analyst.
Raccontaci la tua storia come giornalista e il successo Milano Weekend
La mia vita professionale è cambiata nel 2012, quando ho deciso di fondare Milano Weekend: oggi è una delle testate giornalistiche digitali più lette, non solo in città. Stiamo lavorando, infatti, per farlo diventare un network nazionale degli eventi e del tempo libero! Cerco di parlare sempre al plurale, perché la storia di MW è quella di una “reda-famiglia” con legami speciali, anche in memoria di chi purtroppo oggi non è più tra noi.
All’inizio, la scintilla e il coraggio possono anche venire da una sola persona: ma solo il lavoro di gruppo, se ben coordinato e gestito, permette di ottenere i risultati sperati, soprattutto in un settore così difficile. La cosa più importante è studiare tutta la vita e non fermarsi mai. Dopo la laurea quinquennale, ad esempio, ho frequentato due master che mi hanno lasciato anche alcune bellissime amicizie.
Nel mio primo decennio da giornalista (sette anni da freelance per il Sole-24 Ore) oltre a varie collaborazioni e consulenze ho fatto un’utilissima esperienza biennale come research analyst Bocconi: mi occupavo di rendere la tecnologia utile alle aziende e stimolare il cambiamento. È uno dei concetti più importanti, al centro della mia attuale esperienza da editore digitale.
Qual è la tua opinione riguardo alla fotografia, in particolare rispetto al suo valore nel mondo del giornalismo e della comunicazione?
Anni fa ho frequentato un corso base per imparare a usare la reflex: un’esperienza che ha contribuito a farmi capire quanto sia difficile ottenere buoni risultati, per i quali servono tempo e sacrifici. Disegnare con la luce a livello professionale significa creare qualcosa di outstanding, termine inglese che rende perfettamente l’idea: possiamo tradurlo con ‘eccezionale’ in quanto ‘sta fuori’ da qualcosa che non lo è.
A ognuno il suo lavoro, quindi, anche se sappiamo quanto sia difficile oggi dedicarsi alle professioni creative e renderle il proprio lavoro principale. Da un lato, il mio consiglio per chi inizia è di pensarci 100 volte, prima di investire tempo e soldi. Soprattutto, cercare di corazzarsi contro l’inevitabile stress. Dall’altro lato, se migliaia di persone si propongono per lavori legati alla fotografia, non significa che abbiano davvero talento: la crescente disponibilità di attrezzature digitali sofisticate a prezzi accettabili può creare facili illusioni, come in tanti altri campi.
Parlando di fotografia, c’è un altro aspetto a cui tengo molto: tutti i collaboratori di Milano Weekend sono ‘addestrati’ a procurare foto e immagini solo da fonti autorizzate, nel rispetto del copyright e delle licenze come la CC (creative commons) con l’obbligo di attribuire photo credits quando previsto. Per questo abbiamo avuto finora pochissime incomprensioni con gli autori, credo siano state solo tre – prontamente risolte – sugli ottomila articoli pubblicati in quattro anni e mezzo di intenso lavoro!
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