Quick Tips: mettere a fuoco velocemente con i punti cross-type

Pubblicato da C.A.Hung il

Molto spesso capita che ad affidarsi al sistema automatico di scelta dei punti di messa a fuoco si perda tempo o precisione. Ovviamente questo accade perché la macchina fotografica è solo un mezzo che può essere rapidissimo nel compiere certe scelte, ma non c’è garanzia che tali scelte siano esattamente quelle che il fotografo voleva fare in quel dato istante. La messa a fuoco è una di quelle casistiche in cui certe volte è importante poter avere il massimo controllo del punto in cui è necessario mettere a fuoco l’immagine.

Per rendere questa operazione quanto più semplice, veloce e flessibile le fotocamere forniscono al giorno d’oggi una serie di strumenti potentissimi. Guardando tra le specifiche delle varie reflex, per esempio, possiamo vedere che i costruttori millantano numeri esorbitanti: chi propone 39, chi 45 chi 51 punti di messa a fuoco tutti sparsi sulla dimensione del sensore. Sicuramente avere tantissimi punti è molto utile per sfruttare al meglio le capacità automatiche della fotocamera ma è importante sapere come funzionano i singoli punti per poterne avere il massimo controllo.

Innanzi tutto è importante distinguere quanti e quali siano i punti detti “cross-type”. Infatti anche questa caratteristica è spesso ben evidenziata dai costruttori ed è effettivamente significativa per la velocità e la precisione di messa a fuoco della fotocamera. In generale i punti di messa a fuoco possono dividersi in lineari e incrociati. Ovviamente quelli incrociati (o cross-type) sono più efficaci ed efficienti di quelli lineari. Questo fa immediatamente capire che in generale si riuscirà a mettere a fuoco più velocemente usando i punti cross-type che gli altri.

Data questa premessa è possibile intuire che la tecnica della messa a fuoco a singolo punto (cross-type) e seguente ricomposizione dell’immagine sia molto apprezzata da fotografi reporter che devono rapidamente mettere a fuoco in un punto (senza effettuare tracking, cioè inseguire il soggetto come accade per esempio nello sport). Questa tecnica si oppone a quella che prevede invece lo spostamento del punto di messa a fuoco in fase successiva alla composizione dell’immagine, tecnica normalmente più utilizzata per i paesaggi.

Di solito il punto centrale è di tipo cross-type, ed è anche il più veloce da guadare attraverso il mirino, quindi un modo per avere il massimo controllo del punto di messa a fuoco e la massima velocità è proprio quello di selezionare il punto centrale e utilizzare la tecnica della ricomposizione successiva.

Infine, è importante anche scegliere come utilizzare questo punto cross-type in modo che il software della fotocamera riesca a bloccare il fuoco con precisione nel modo più rapido possibile. Per imparare come fare è necessario capire come funzionano i punti di messa a fuoco e, di conseguenza, come si sono evoluti i cross-type.

In realtà le fotocamere più moderne usano come base di partenza lo stesso metodo che veniva utilizzato anche dalle prime reflex con messa a fuoco manuale, ovvero la ricerca della fase. In parole povere, la fotocamera “osserva” la scena utilizzando due mirini separati e affiancati, i quali possono spostarsi in maniera sincrona per puntare a una certa distanza. Ciò viene fatto utilizzando la semplice geometria di un triangolo isoscele. Se si guardasse attraverso il mirino di una reflex a pellicola si noterebbe un piccolo cerchio al centro all’interno del quale si vedrebbe il centro dell’immagine spezzato in due parti, quella superiore e quella inferiore, rispettivamente l’immagine legata al mirino di sinistra e quella legata a quello di destra. La messa a fuoco consisterebbe proprio nell’allineare (a occhio nel caso manuale) le due metà, facendo sì che corrispondano. Ripensando per un attimo al triangolo isoscele, potremmo dire che se le immagini superiore e inferiore fossero perfettamente allineate, allora la distanza del soggetto sarebbe esattamente l’altezza del triangolo. Ebbene, le fotocamere moderne fanno esattamente la stessa cosa, tuttavia lo fanno automaticamente analizzando i pixel di quella porzione di immagine all’interno del punto di messa a fuoco selezionato.

I punti di messa a fuoco che utilizzano la ricerca della fase, osservano le variazioni di contrasto per cercare di indovinare l’allineamento tra le due metà. Questo tipo di punti di messa a fuoco sono deboli sulle immagini poco contrastate e in generale non sono in grado di funzionare nel caso di scene in cui si abbiano solo linee orizzontali (e.g. un paesaggio che ritratta l’orizzonte sul mare).

L’evoluzione di questi punti a ricerca di fase sono i punti descritti in precedenza, cioè quelli di tipo “cross-type”. Questi punti sono fondamentalmente una versione doppia dei precedenti, in cui l’immagine non viene allineata solo orizzontalmente ma anche verticalmente, suddividendola quindi due volte.

A questo punto si può affermare che il modo più veloce per mettere a fuoco con precisione sia quello di selezionare un punto cross-type (di solito li centrale), puntare verso la parte più contrastata dell’area dove si desidera mettere a fuoco e, nel caso in cui siano presenti solo linee verticali o orizzontali, inclinare leggermente la macchina fotografica in modo che le linee risultino oblique. Una volta raggiunta la messa a fuoco si potrà premere il pulsante di scatto a metà e bloccare la messa a fuoco, ricomporre e infine scattare. Un’ultima nota al riguardo: bisogna fare in modo che la modalità di messa a fuoco automatica sia impostata sulla priorità di scatto e non sulla priorità di soggetto, cioè la modalità “AF” che prevede che una volta messo a fuoco un soggetto, la fotocamera non tenti mettere a fuoco nuovamente se dovesse cambiare la scena.


2 commenti

Punti di messa a fuoco: chi più ne ha, più ne metta (o forse no…) | Carlo Alberto Hung · 22/11/2015 alle 18:56

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